Nella storia umana, si alternano periodi di sviluppo e ricchezza a decadimento e miseria. Al declino, segue poi l’inizio di una nuova era di progresso e prosperità. Nel presente, il mondo, globalizzato, attraversa una fase di profonda crisi che i governanti non riescono più a contenere e gestire. I popoli si ribellano e regna il caos.
Perché? Di chi sono le responsabilità? Come rimediare?
Questo “PAMPLHET” consente al lettore di entrare nel vivo dei problemi economici attuali con una disamina attenta sulle cause che hanno determinato la grave crisi finanziaria mondiale e sulle possibili soluzioni per uscire dalla palude in cui siamo immersi.
In verità, questo libretto si configura quasi come un “pamphlet”che prende di mira il sistema bancario. Sotto tiro i banchieri ai quali non hanno, nel tempo, risparmiato critiche
imperatori, capi di Stato, Premi Nobel, famosi economisti.
Roberto Bruni fa una piccola carrellata dei loro giudizi che non sono certamente lusinghieri. Una sorta di solida premessa che sostiene il suo apparato demolitore nei confronti di coloro che detengono, in modo occulto, il potere finanziario. Bruni non si sottrae ad un bisogno conoscitivo con un rilevamento dentro una rete ampia di punti osservazione, di rapporti, di prospettive. E il quadro che ne deriva è a tinte quasi fosche, in linea con la disastrosa condizione economica che il nostro Paese sta vivendo. Si delinea un percorso entro varie problematiche che investono il debito pubblico e le ragioni che
lo hanno determinato, la mala gestione del denaro, i meccanismi di prestito delle banche, compresa la Banca Centrale Europea, e quelli attraverso i quali il sistema bancario
riesce a moltiplicare la moneta, i cambiamenti portati dall’euro, l’organizzazione del potere, “l’aumento fiscale che soffoca il tessuto sociale e produttivo e deprime la crescita, creando insicurezza, paura, povertà, impoverimento culturale e morale”. Tutto acquista valore di esperienza in questo libro, meditato e condotto ben dentro il concreto terreno della cronaca quotidiana e della storia dell’autore, titolare di un’azienda che si occupa di trattamenti di depurazione dell’acqua. Bruni cerca di non trascurare nulla e ha la capacità di spiegare concetti anche difficili con un linguaggio familiare, basando le sue affermazioni sul rapporto con la vita e il lavoro di dirigente.
Una conoscenza pratica, positiva. Per questo il suo metodo d’approccio ai fenomeni dell’economia avviene non attraverso interpretazioni idealistiche, ma con una particolare attenzione alla reale portata sociale dei problemi finanziari concretamente indagati nella loro complessa caratterizzazione. Lucida è la consapevolezza dei cambiamenti che investono la società, tanto da sostenere che non può esserci un modello unico di
economia. Le sue riflessioni sono radicate nello sguardo su vicende quotidiane. Ma Bruni ha avuto il buon senso, anche se non gli fanno difetto conoscenze consapevoli, di confrontarsi con esperti del settore per dare più rigore e credibilità alle sue proposte. Fa vivere in queste pagine il timore di un processo irreversibile di frammentazione dell’economia, di cui i poteri forti sono responsabili.
Mancano moderazione, buona misura, equilibrio, etica professionale, ma pure il coraggio di opportune leggi da parte del governo che dovrebbe sostenere o imporre soluzioni. Tutto
pare legato a convenzioni, regole che determinano ostacoli, possibili connivenze.
Bruni non ha la pretesa di offrire soluzioni ma di avviare, con una serena modalità di approccio ai problemi, una indagine che possa svolgersi in una prospettiva più ampia. Una
testimonianza che la dice lunga su quanto siano complessi i rapporti tra economia e società che occorre liberare da certe forme di immobilismo. Il suo è un progetto dai contenuti forti
che, elaborati in modo puntiglioso, acquistano carattere di senso in un libro che, accogliendo il pensiero talvolta trasgressivo dell’autore, si pone come un vero atto di libertà.
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